Sanità: 11 milioni di assicurazioni private.

Sono 11 milioni gli italiani con in tasca una polizza sanitaria e saliranno a 21 milioni nel 2025, eppure le code dentro le strutture pubbliche non diminuiscono.

Intanto chi stipula un’assicurazione vuole avere un più rapido accesso alle prestazioni, scegliersi il medico e ottenere rimborsi anche per prestazioni non coperte dal Servizio Sanitario Nazionale, come il dentista, gli occhiali o la camera singola in caso di ricovero. Anche lo Stato è interessato ad incentivare le polizze concedendo benefici fiscali, proprio per alleggerire il SSN e assistere meglio chi non può permettersi di rivolgersi altrove.

Detrazioni fiscali.  Sono 8,2 milioni i dipendenti assicurati dal datore di lavoro tramite contratti collettivi, oppure fondi di categoria (come per gli avvocati, i notai e i giornalisti). Per loro è possibile dedurre dal reddito i contributi versati fino a 3.615,20 euro all’anno, oltre al 19% delle spese sanitarie non rimborsate (con una franchigia di 129,11 euro). Anche per il datore di lavoro i contributi versati per le polizze dei dipendenti sono interamente defiscalizzati, e offrire un’assicurazione è spesso un’ottima alternativa all’aumento di stipendio. Quei 2,8 milioni di italiani che invece hanno una polizza individuale — pagata tra gli 800 e i 3.600 euro l’anno — possono portare in detrazione il 19% di tutte le spese sanitarie sostenute, anche quelle che sono state rimborsate.

Chi paga di tasca propria invece può scegliersi il medico per la visita specialistica, e il costo varia dai 150 ai 300 euro. Un esame diagnostico dai 60 ai 560 euro, un emocromo completo 14 euro. I rimborsi per le visite mediche vanno mediamente dal 35% al 45% della fattura; per la diagnostica dal 55 al 59%. Per le cure odontoiatriche dal 45 al 48%, e una sola pulizia dei denti l’anno. Poi dipende sempre dalla polizza: meno costa più paletti ha. Quella offerta dal datore di lavoro come benefit, i rimborsi per risonanze magnetiche, tac e mammografie possono essere di 50 euro; mentre il rimborso del dentista può anche non superare i 200 euro l’anno.

 

fonte: www.corriere.it

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